
Mi ricordo quando nel lontano 1997 mi fu proposto di dare la
possibilità di fare danza per i sordomuti e ciechi. Avevo accettato la sfida perché
gli ospiti che seguivo dentro il Cottolengo avevano bisogno di un cambiamento
di vita. Quando vidi dopo qualche mese i risultati compresi che l’arte poteva
cambiare e dare vita nuova. Così nel 2003 inizio quest’avventura dell’Associazione
Outsider, arrivammo a 180 persone disabili che partecipavano alla settimana alle
attività. Fu una continua sfida. Abbiamo portato fuori dentro i cartelloni dei
teatri nelle fiere quello che abbiamo fatto insieme a tanti volontari che hanno
dato la vita in quest’associazione. Ci sono stati momenti bui anche quando mi
sono dovuto allontanare per tre mesi perché si stava andando verso una via che
non era quello che sentivo dentro dell’aiutare chi era in difficoltà. In questi
anni abbiamo cercato di dare il meglio a tutti. Ora siamo su questa strada che
non sappiamo il nostro futuro. Volevamo nel nostro futuro perché ormai siamo
vicini ai diciotto anni di crescere e metterci nella linea di creare lavoro per
le persone con disabilità. Come potremo realizzare questo sogno se non abbiamo
una casa? Bisogna provare per capire quando bussi e non trovi le risposte ai
bisogni. Penso all’impegno di tanti volontari che accanto a me in tutti questi
anni hanno cercato di dare il massimo per un futuro ai ragazzi con disabilità.
Abbiamo servito i disabili di questa città abbiamo dato tanto e aiutato tanto
adesso siamo noi ad aver bisogno. Noi vogliamo andare avanti e desideriamo un
nuovo futuro per aiutare tante persone disabili, ma abbiamo bisogno che
qualcuno ci pensi e ci aiuti sia per una casa sia economicamente, altrimenti la
città di Torino si troverà con meno servizi delicati alla disabilità. Buona serata a tutti.