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martedì 31 marzo 2020

#AMARSIPERAMARLA. DEDICHIAMO UNA GIORNATA ALLA NOSTRA MADRE TERRA




Ormai siamo tre settimane chiusi in casa. Forse se va bene per la fine di aprile ci daranno la possibilità di uscire. Ogni giorno penso a quanto bene stiamo facendo alla Madre terra. Ne ho parlato in un post settimana scorsa. Madre terra sta respirando e si sa mai che questo nostro fermarsi faccia ritornare tante cose che abbiamo perso. Ho pensato che sarebbe bello lanciare una domenica al mese che tutti ci fermiamo, non in casa ma proviamo a non usare macchine tutto ciò che può inquinare per dare un respiro a questa Madre terra, perché possa continuare nel donarci tutto quello che abbiamo bisogno. In Vatican news è stato pubblicato un testo di Papa Francesco che parla proprio delle nostra cara Madre terra e sentite cosa dice in questo passaggio: “Per questi motivi, la svolta non potrà venire semplicemente dal nostro impegno o da una rivoluzione tecnologica: senza trascurare tutto ciò, abbiamo bisogno di riscoprirci persone, cioè uomini e donne che riconoscono di essere incapaci di sapere chi sono senza gli altri, e che si sentono chiamati a considerare il mondo intorno a loro non come uno scopo in sé stesso, ma come un sacramento di comunione. In questo modo i problemi di oggi possono diventare delle autentiche opportunità affinché ci scopriamo davvero una sola famiglia, la famiglia umana”. Eccovi il link se volete leggere tutto il testo https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2019-10/papa-francesco-libro-lev-nostra-madre-terra-crisi-ecologica.html. Io lancio questa proposta di dedicare un atto d’amore a questa Madre terra un giorno al mese o ogni due mesi, ci fermiamo per essere una famiglia che ama sua madre. Facciamo girare e speriamo che possa diventare realtà e che tanta gente possa aderire. Questo è lo slogan #amarsiperamarla (Amarsi per amarla). 
















venerdì 27 marzo 2020

LA VITA NON FINISCE DI STUPIRE. Fulvio e sua moglie aprono a una speranza sul futuro





Introduzione
Il gioiellerie era seduto alla scrivania e guardava distrattamente la strada attraverso la vetrina del suo elegante negozio. Una bambina si avvicinò al negozio e schiacciò il naso contro la vetrina. I suoi occhi color del cielo si illuminarono quando videro uno degli oggetti esposti. Entrò decisa e puntò il dito verso uno splendido collier di turchesi azzurri. “È per mia sorella. Può farmi un bel pacchetto regalo?”. Il padrone del negozio fissò incredulo la piccola cliente e le chiese: “Quanti soldi hai?”. Senza esitare, la bambina, alzandosi in punta di piedi, mise sul banco una scatola di latta, la aprì e la svuotò. Né vennero fuori qualche biglietto di piccolo taglio, una manciata di monete, alcune conchiglie, qualche figurina. “Bastano?” disse con orgoglio. “Voglio fare un regalo a mia sorella più grande. Da quando non c’è più la nostra mamma, è lei che ci fa da mamma e non ha mai un secondo di tempo per se stessa. Oggi è il suo compleanno e sono certa che con questo regalo la farò molto felice. Questa pietra ha lo stesso colore dei suoi occhi”. L’uomo entra nel retro e ne riemerge con una stupenda carta regalo rossa e oro con cui avvolge con cura l’astuccio. “Prendilo” disse alla bambina. “Portalo con attenzione”. La bambina partì orgogliosa tenendo il pacchetto in mano come un trofeo. Un’ora dopo entrò nella gioielleria una bella ragazza con la chioma color miele e due meravigliosi occhi azzurri. Posò con decisione sul banco il pacchetto che con tanta cura il gioiellerie aveva confezionato e dichiarò: “Questa collana è stata comprata qui?”. “Si signorina”. “E quanto è costata?”. “I prezzi praticati nel mio negozio sono confidenziali: riguardano solo il mio cliente e me”. “Ma mia sorella aveva solo pochi spiccioli. Non avrebbe mai potuto pagare un collier come questo!”. Il gioiellerie prese l’astuccio, lo chiuse con il suo prezioso contenuto, rifece con cura il pacchetto regalo e lo consegnò alla ragazza. “Sua sorella ha pagato. Ha pagato il prezzo più alto che chiunque possa pagare: ha dato tutto quello che aveva”.
Oggi vi propongo la storia di Fulvio Galenca sindaco con sua moglie che in questo momento di difficoltà lanciano una speranza di vita. Ciao buona serata Marco. 


mercoledì 15 gennaio 2020

Il piccolo Saif cambia la vita di due anziani soli.


Oggi nella rubrica "Raccontami" vi parlo di questa storia straordinaria che il giornale Avvenire ne ha parlato. Si tratta  di anziani ospita che decidono di ospitare nella stanza del figlio, morto in un incidente, una famiglia straniera. 
Mario e il piccolo Saif sul molo
Sembra una storia non vera, ma è successo in Toscana. Due anziani genitori che avevano perso un figlio in un incidente stradale, entrambi in una posizione sociale buona Mario bancario e Elvira insegnante e dirigente scolastica. Alla morte del figlio tutto sembra come finire e lascia i segni dentro nel cuore di entrambi in particolare di Mario. Lui fatica nel riprendersi danneggiando anche il sistema neurologico generando in lui apatia nei confronti della vita. Elvira cerca di trovare una persona che l'aiuti nel gestire questa situazione offrendo un buon salario, ma non trova chi è disponibile nel prendersi in carico di questa situazione essendo Mario malato di Parkinson. Dopo varie peripezie Elvira viene a conoscenza di una coppia marocchina, con un bambino piccolo di pochi mesi  che avevano perso il lavoro, perché la persona che accudivano era morta  ed erano in una stato di precarietà.  
Saif con mamma e papà

Saif con mamma e papà - .
Elvira va a trovare la coppia e vede il piccolo Saif in braccio alla mamma che lo allatta e il papà AbdelKader che vigila su di lui. Elvira non ci pensa tanto invita la coppia nel venire a stare a casa, e aprendo la stanza del figlio che era diventata un museo, sua aiutando loro ad uscire da quello stato di precarietà e nello stesso tempo per aiutarla per Mario. L'arrivo di Saif cambia la vita dei due anziani. Mario è più attento a fa delle cose che prima non faceva. Elvira è coinvolta nella cura con la mamma di Saif. Questo ci dice che l'amore guarisce e dona vita nuova. Se volete leggere l'articolo intero questo è il link  https://www.avvenire.it/attualita/pagine/saif-che-ci-ha-ridato-la-vita


martedì 14 gennaio 2020

Rubrica: Raccontami. La storia di un pranzo di Natale speciale


Dimitrj, Mohamed, Ivan, Georgj, Fausto: storie di vita che assomigliano a tronchi bruciati

Ciao a tutti con oggi nasce questa mia rubrica dal titolo “Ti racconto”, l’idea è di farvi conoscere storie
che non sentite circolare perché non fanno notizia. Oggi iniziamo con questo racconto che è successo
a Roma in una scuola in modo specifico il liceo scientifico Isacco Newton a due passi da santa Maria
maggiore. Da molti anni gli studenti con professori e genitori a Natale trasformano la loro scuola in
un grande momento di amore verso il prossimo. Che cosa accade. Che cosa accade? La scuola Newton
apre le porte ai senza fissa dimora per dare loro un momento di solidarietà attraverso un pranzo.
La cosa interessante è quella di vedere studenti adolescenti che di solito non hanno voglia di essere
a scuola, ma oggi è un giorno speciale in cui sono tutti insieme per una giusta causa. in mezzo a
tutta questa gente ci sono Dimitrj, rumeno che abita in una catapecchia all’Anagnina; Mohamed,
tunisino da tanti anni nel nostro Paese che s’arrabbatta come operaio tuttofare; Ivan, moldavo triste
e silenzioso; Georgj, ucraino dal sorriso malinconico e Fausto, d’origine pugliese, senza arte né parte.
Questi sono i commensali che non assomigliano a un giardino fiorito ma desolato. 
Gli studenti si rapportano con i commensali ascoltando le loro storie. Molti di loro mangiano tanto
perché non sanno se domani avranno da mangiare.   Non sono quelli che chiedono l’elemosina,
ma li vediamo agli angoli delle piazze che dormono sui marciapiedi. Questo è un esempio di una
scuola aperta, attenta a chi ha bisogno. Gesti di amore come ha fatto la scuola Newton c’è ne
vorrebbero tanti renderebbe la nostra società migliore. (fonte: il Riformista 12 gennaio 2020)

martedì 31 dicembre 2019

CARO AMICO TI SCRIVO "L'ANNO CHE VERRÀ'"



Risultati immagini per l'anno che verrà lucio dalla

Ho deciso di chiudere il 2019 e guardare al 2020 con le parole di una canzone di Lucio Dalla "L'anno che verrà". Le trovo molto belle queste parole e profetiche. Auguri per l'anno che verrà. Grazie a chi in questo anno mi è stato vicino e mi ha dimostrato il suo amore e mi spiace per chi mi ha chiuso la porta e non si è mai fatto più sentire. Non importa non porto rancore ma misericordia per loro. GRAZIE 
Caro amico ti scrivo
Così mi distraggo un po'
E siccome sei molto lontano
Più forte ti scriverò
Da quando sei partito
C'è una grossa novità
L'anno vecchio è finito ormai
Ma qualcosa ancora qui non va
Si esce poco la sera
Compreso quando è festa
E c'è chi ha messo dei sacchi di sabbia vicino alla finestra
E si sta senza parlare per intere settimane
E a quelli che hanno niente da dire del tempo ne rimane
Ma la televisione ha detto che il nuovo anno
Porterà una trasformazione
E tutti quanti stiamo già aspettando
Sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno
Ogni Cristo scenderà dalla croce
E anche gli uccelli faranno ritorno
Ci sarà da mangiare e luce tutto l'anno
Anche i muti potranno parlare
Mentre i sordi già lo fanno
E si farà l'amore ognuno come gli va
Anche i preti potranno sposarsi
Ma soltanto a un a certa età
E senza grandi disturbi qualcuno sparirà
Saranno forse i troppi furbi
E i cretini di ogni età
Vedi caro amico cosa ti scrivo e ti dico
E come sono contento di essere qui in questo momento
Vedi, vedi, vedi, vedi
Vedi caro amico cosa si deve inventare
Per poter riderci sopra
Per continuare a sperare
E se quest'anno poi passasse in un istante
Vedi amico mio come diventa importante
Che in questo istante ci sia anch'io
L'anno che sta arrivando tra un anno passerà
Io mi sto preparando
È questa la novità

domenica 22 dicembre 2019

E' Natale Gesù. Noi uomini dove ti abbiamo messo?





Risultati immagini per frasi famose di natale


Natale! Ogni anno arriviamo a questo momento. Tutti corriamo perché dobbiamo pensare ai regali da fare alle persone che ci teniamo di più. Tutti gli anni ci mettiamo nel pensare che cosa dobbiamo fare di regalo alle persone. Se pensiamo che il dono più bello a Natale sia quello che già viviamo tutto l’anno amando chi ci sta accanto. Amare non è facile, quando pensi alle persone che ti hanno voltato le spalle, che non hanno saputo fermarsi e chiederti che cosa stava succedendo nella tua vita. Quante persone in quest’anno sono sparite senza una spiegazione e un motivo, semplicemente sparite. Tu ti chiedi il motivo di quest’atteggiamento, ma non trovi nessuna spiegazione. Eppure erano persone che ti avevano detto di volerti bene. Allora mi sono chiesto quale bene, oppure se era vero bene. Natale per me è la venuta di Gesù che ogni giorno mi dà il coraggio di affrontare questa vita, che ogni giorno mi mette dentro la gioia di andare avanti e amare. Allora per me Natale non è il 25 dicembre ma ogni giorno dell’anno quando Gesù nasce dentro di me. Caro Gesù non so quanti ti accoglieranno nella loro vita. Oggi per tanti non esisti più, altre cose hanno occupato il tuo posto. Io mi ritengo fortunato di averti con me, tu sei il più bel regalo che potevo avere nella mia vita. Vorrei poterlo donare questo grande dono, ma mi accorgo che tante volte le persone non comprendono questo dono anzi lo rifiutano. Questo mi crea sofferenza perché pensa alla vita di chi non ti desidera e il giorno in cui la vita ti chiede qualcosa di più come potranno affrontare le difficoltà. Eppure Gesù tu non hai un prezzo, non c’è bisogno di prenotarti, pensando che sei unico. Invece il resto profumi cellulari qualsiasi cosa vediamo in Tv ha un costo. Che strano tu che sei AMORE e gratuito non ti cercano il resto che si paga facciamo la fila nei negozi. Che peccato Gesù non sanno che cosa si perdono. Buon Natale sappi che a casa mia c’è posto e sarai accolto sempre con amore.