
Non so se è una sensazione mia, ma vi state accorgendo che
cosa accede intorno a noi. Stiamo vivendo un senso di delusione. Ieri parlavo
con un volontario mentre andavamo in carcere e pensavo quante attese ci siano
state in questi anni da parte sia del mondo politico o religioso. Promesse,
proclami che tutto sarebbe cambiato, ma alla fine come siamo. Delusi perché la
povertà aumenta, si fa fatica nel mettere via i soldi perché paghi una bolletta
sia di luce sia di gas, metà è il consumo e l'altra metà tasse. Tutti gridano
che dobbiamo diminuire le tasse e poi alla fine continuiamo nel pagarle come
sempre. Da quando ho lasciato il Cottolengo, sto sperimentando sulla mia vita
che cosa significa essere povero. A oggi non ho uno stipendio e devo dire se
vado avanti, è grazie a tutti quelli che in questo momento mi stanno aiutando.
In trentasette anni vissuti dentro il Cottolengo certo avevo il voto di povertà
ma con la sicurezza di un istituto, oggi vivo la povertà e so che cosa
significa che quando devi pagare le bollette, l’affitto bisogna avere i soldi altrimenti
non riesci. Sto tentando varie vie. La cosa che mi stupisce di questi mesi è
stata di vedere sparire molte persone che mi erano accanto che mi avevano detto
non ti preoccupare noi ci siamo qualunque cosa hai bisogno dillo, manco gli
auguri di Natale e Pasqua. L’essere umano è sempre imprevedibile, molte volte
ti stupisce nella sua generosità, ma anche nella sua malvagità. L’esempio è con
Gesù lo acclamano e appena dopo lo mettono in croce. Se non siamo capaci di
prenderci cura prima di noi stessi nel rispetto della nostra vita non sapremo
mai prenderci cura di chi ci sta accanto perché la nostra vita è un atto puro
di egoismo e non di amore.