Caro Giuseppe (nome inventato) scrivo a te questa sera. Ti
ho visto l’altro giorno che chiedevi l’elemosina sulla strada. Ogni giorno incontro
tuoi occhi la tragedia umana di un uomo che non è riuscito nel realizzarsi
perché non possiede una casa e un lavoro. Mi chiedo che vita fai, dove dormi e
come campi. Ogni giorno ti regalo un sorriso perché non ho grandi possibilità
economiche, ma un sorriso non ha prezzo e posso donartelo tutto le volte. Tu
ogni volta mi guardi con quegli occhi neri grandi e mi fai un sorriso stupendo
dove mi mostri i tuoi denti bianchi. Grazie per questo sorriso mi fa sentire
che non ci sono barriere tra me e te e che potrei trovarmi io lì in ginocchio
nel chiedere i soldi per la mia povertà. So che cosa significa non avere soldi.
Sai dopo trentasette anni della mia storia in una comunità me ne sono andato e
mi sono stati dati quattro spiccioli per tre mesi e poi più nulla. In quest’anno
ho capito che cosa significa essere poveri, senza un lavoro e uno stipendio e
devi tendere la mano perché qualcuno ti aiuti. E’ umiliante e mio padre mi
diceva questa sensazione che aveva vissuto dopo la guerra perché non avevano
soldi e doveva fare la questua per campare. Poi mi giro dall’altra parte e vedo
Renzi che si è comprato una casa da 1.300.000 euro Cristina Cabotto che deve
vendere negozi e case perché indebitata di 2.500.000 euro con il fisco. Questa
è l’Italia fatta di tanti poveri e di gente che ha troppi soldi e li butta.
Caro Giuseppe mi chiedo, dove stiamo andando. La centralità dell’uomo e il
rispetto del suo essere creatura dove sono finiti. Il mondo è fatto di egoisti
e di quelli che subiscono l’egoismo vivendo la povertà. Perdonaci Giuseppe di
quello che vedi ogni giorno in questa Italia che sta andando alla deriva
dimenticando i valori della vita e rispetto del prossimo. Buona notte e spero
che tu abbia un posto dove dormire non certamente la villa di 1.300.000 euro.
Ho scelto di candidarmi perché voglio sostenere Ugo Mattei in questa sua battaglia e dare il mio contributo al sociale, cosa che faccio da quarant’anni nella città di Torino. Vorrei portare la mia esperienza al fianco di Ugo Mattei all’interno del palazzo civico, mettermi “quel grembiule” e servire questa città in tutti i suoi bisogni.