domenica 24 novembre 2019

CARO PAPA FRANCESCO ti scrivo


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Caro papa Francesco, non so se leggerai questo mio scritto. Non credo. Sono certo che se anche dovessi mandarlo in Vaticano, non so se chi è accanto a te decida di fartelo leggere. Perciò ho deciso di scriverti lo stesso immaginando che tu legga quanto sto per dirti. Mi ricordo ancora quel giorno di anni fa quando ci siamo incontrati nell'Aula Nervi che mi hai preso le mani, mi hai guardato negli occhi, io ti ho ringraziato e tu mi hai invitato nel pregare per te. Ogni giorno il mio ricordo e per te Francesco, perché penso a quanta fatica, sta facendo nello stare al timone di questa Chiesa che perde continuamente colpi. Ogni giorno escono scandali che feriscono questa madre. Tu attacchi il clericalismo e fai bene, io sono uno di quelli che ha pagato a causa del clericalismo. Ho vissuto i miei trentasette anni della mia vita dentro un mondo religioso e ho visto il potere clericale cosa è capace di arrivare. Gesù fu umile, servo per amore. Lui è venuto per servire e non per farsi servire. Ti ho voluto scrivere perché oggi sono fuori in mezzo alla gente e sento come tanti hanno abbandonato la Chiesa proprio per causa del clericalismo. Dimmi Francesco: perché ci siamo ridotti in questo modo? Perché la Chiesa in alcuni suoi aspetti non è umile, ma esercita un potere anche nel mondo politico? Io sono sempre di più scioccato quando sento gli intrecci tra politica e mondo religioso. Tu sei reale perché quello che hai dentro lo dici non temendo nessuno. Eppure una parte della Chiesa ti accusa di portarla fuori dai binari della tradizione. Mi sembra di vedere una barca in mezzo al mare con la bufera che cerca di distruggerla e tu li fermo al timone che cerchi di non mollare. Oggi sei testimone per tanta gente. Questo io volevo dirti, persone umili, nascoste, non chi ti usa per fare i suoi intrighi. Grazie Francesco non mollare io ti accompagno nel mio piccolo. Marco.