Quante volte nella nostra vita
viviamo con questa paura di ammalarci e mai come in questo momento è
forte più che mai.
Vi
invito nel pensarla fuori da questo momento che capita a tutti, come
a me ogni giorno, quando ti svegli al mattino e ti accorgi che il
riposo ti ha fatto un regalo, ti accorgi che c’è qualcosa che non
va nel tuo corpo.
Allora
cominciamo nel pensare che cos'è quell novità
che ci troviamo ad affrontare. Come mai è arrivata’ E facciamo
un’analisi attenta
di quello che possiamo aver fatto il giorno prima. Forse
abbiamo fatto qualcosa di sbagliato.
Cerchiamo un motivo per giustificare quello che abbiamo trovato al
nostro risveglio. La nostra fantasia vola verso orizzonti dove la
paura funge da carburante e pensiamo di tutto e di più.
Pensiamo
che se la malattia ci bloccherà nelle nostre attività, se avremo
bisogno degli altri… Questo lo posso dire perché ho raccontato nel
mio libro “Loro e D(io)” questa esperienza, quando un giorno, una
mattina mi sono svegliato che non potevo
più scendere dal letto perché ero bloccato per la schiena. Io tanto
attivo mi trovavo limitato che non potevo più fare quello che
volevo. Quante domande in quel momento: che cosa mi sta succedendo?
Dovrò farmi aiutare dagli altri? Rimango
bloccato? Non sono più
autonomo? Portai avanti questa situazione per mesi, nonostante
qualche specialista non dava tanto peso alla gravità. E dopo mesi di
dubbi e incertezze di non uscire da quella situazione andai da un
amico per farmi vedere, ed
era un esperto in
materia e mi disse che rischiavo la carrozzina ma che con la buona
volontà forse potevo farcela. Iniziò un anno di riabilitazione e ne
venni fuori da quella situazione. Ammalarsi
si fa in fretta guarire ci vuole tempo. Credo che sia lecito
preoccuparsi quando notiamo qualcosa di diverso in noi. Dobbiamo
prenderci cura di noi per evitare che il nostro corpo si ammali
perché lui è delicato e lo dobbiamo rispettare.