Ormai ci si lamenta sempre quando parliamo della politica attuale. Pensiamo però che cosa abbiamo provato nel cambiare i sistemi di una politica che dentro le stanze importanti, decide per i cittadini. Una volta votati, i candidati rimangono lontani da coloro che li hanno votati. Abbiamo visto nella scena politica la nascita di nuovi movimenti politici che sembrava portassero a un cambiamento, ma poi dentro i palazzi alcuni si sono adattati, altri hanno scelto di non seguire la normalità e sono stati cacciati. Partiti che si sono frantumanti in mille micro partiti perché non trovavano una via di incontro e di dialogo.
Cosa significa tutto questo? Perché nella politica non c'è più al centro la persona e i suoi bisogni ma gli interessi del partito?
Questo crea molta confusione nella testa delle persone. Come si può portare un cambiamento dentro una politica che non è più credibile. Partendo dal basso, dove si vive la quotidianità, dove la gente lotta tutti i giorni contro i poteri forti della società che ogni volta cerca di cambiare la carte in tavola.
In una intervista fatta a Ugo Mattei sulla pagina web di "Sinistra in rete", sentite cosa dice riguardo alla persona e il tema della libertà:
Questa crisi, insieme alle altre cose, ha messo in luce l’attualità del binomio Libertà/Sicurezza. In questa fase, sembra che siamo molto più disposti a rinunciare alla merce-libertà in nome della merce-sicurezza, che non viceversa. In che rapporto sono questi due elementi?
Sono molto d’accordo sull’inquadrare la libertà e la sicurezza come merci sul mercato del cittadino-consumatore. Da parecchio tempo ipotizzo che il declino della cittadinanza, di cui parlavamo anche prima, sia passato attraverso una fase che si colloca tra gli anni Cinquanta e tutti gli anni Settanta compresi, con la trasformazione del cittadino in consumatore. Il cittadino è cioè, poco per volta, diventato dapprima consumatore, dunque per definizione interessato soltanto a se stesso, e poi, con il nuovo millennio e la nascita del capitalismo della sorveglianza, addirittura merce. C’è stato quindi un passaggio da cittadino a consumatore a merce. Adesso credo ci sia stato un ulteriore passaggio, che è quello cittadino - consumatore - merce - paziente. Quindi, sostanzialmente, cos’è che interessa al cittadino divenuto paziente? Sopravvivere, campare. Quando ti mettono in un ospedale, e ti dicono “stai male”, fai qualunque cosa per stare al mondo, rinunciando a tutto. Però il punto è che si è creata l’alternativa tra “vivere” e “vivere liberi”. Se pensiamo anche alla retorica giacobina, o della rivoluzione americana - quindi di nuovo, non stiamo parlando di categorie del pensiero socialista, ma di categorie profondamente radicate in quello che ha poi generato il capitalismo - lo slogan era “live free or die”, vivi libero o muori. Se leggiamo le lettere scritte durante la resistenza dai partigiani condannati a morte, quasi tutti consideravano la “vita libera” come sinonimo di “vita”. Morire è meglio piuttosto che essere schiavi, e quindi erano disposti a sacrificare persino la loro giovane vita per poter essere politicamente liberi. Oggi invece questa visione è scomparsa, nel senso che hanno tutti una paura fottuta di morire, la gente è terrorizzata, e addirittura non sopporta nemmeno che qualcun altro possa contestare, che qualcuno possa anche dire “guarda che a me non va bene essere trasformato in un pollo da batteria”. Tutto questo è un passaggio secondo me di declino della soggettività, che ha come presupposto proprio il passaggio dall’essere consumatore all’essere merce, non più soggetto ma oggetto del gioco capitalistico.
Qui sta il problema, avere il coraggio di scendere in campo e sporcarsi le mani in nome di questa libertà.
Tante volte risulta più facile lamentarsi andando dietro a quello, per poi rimanere immobili non scegliendo di attuare alcun cambiamento.
Così ho deciso, dopo aver dedicato quarant'anni a chi è in difficoltà senza ovviamente nessun ritorno economico e stanco di una politica che non serve ma si fa servire, di essere una voce diversa insieme a Ugo Mattei per dimostrare che può esserci un modo di fare politica diverso partendo dai beni comuni, dal bene dell'altro e dalla relazione con l'altro. Se continueremo a sostenere quei partiti che seguono i poteri forti a cui interessa solo l'aspetto economico e non il bene dell'altro, non cambierà nulla.
Questa mia scelta sarà possibile soltanto se voi vorrete eleggermi vostro portavoce all'interno delle istituzioni. Tutto dipende da voi cittadini e amici, se volete questo cambiamento il vostro sostegno è fondamentale.
Vieni il 6 giugno alle ore 17.30 in Via Onorato Vigliani angolo via Artom zona mercato, potrai votare la mia candidatura alle liste comunali di Ottobre.
Ti aspetto.