lunedì 28 giugno 2021

QUAL'E' LA POLITICA CHE VINCE



A ottobre i torinesi, come in altre città d'Italia, dovranno votare il loro nuovo sindaco e la nuova giunta. Entrare in cabina elettorale è sempre un dramma perché bisogna scegliere il male migliore. E ti chiedi, per chi voto? Parlando con gli amici c'è chi ti suggerirà di non andare a votare, alcuni ti diranno che loro votano per quel partito perché sono anni che lo fanno e non vedono alternative o chi sceglie di votare per una lista nuova e che fa promesse mai sentite.
Eppure per qualcuno queste liste sono civetta, altre dicono che tanto finiranno come tutti. Alla fine conviene andare a votare. La scelta di chi vota è sempre una grande responsabilità perché si affida ad una persona e alla sua giunta, il futuro di quella città per 5 anni. Quali sono i criteri per fare una scelta di voto?
a) bisogna partire dai valori. Quel partito o quella lista porta dentro il suo programma valori che salvaguardano il cittadino e lo mettono al primo posto? Provate a guardare se nella lista ci sono percorsi dove i poteri forti stanno al primo posto.
b) in che modo viene gestito il territorio nella difesa dei beni comuni o gli interessi da dare ai poteri economici?
c) il tema della povertà, dei poveri, che posto occupa all'interno del programma?
d) se sono vecchi partiti, come hanno gestito in passato i loro mandati? Che cosa hanno fatto per la città, per il cittadino per gli interessi di chi gestisce appalti e tanto altro.
Come vedete, gli strumenti etici riguardo la politica li abbiamo . Io ve ne ho indicati solo alcuni ma possono essercene tanti altri.
Fino a più di un mese fa ero arrabbiato con la politica, perché alcuni partiti si sono comportati male nei mei confronti e anche delle persone che da anni mi seguono e che con me fanno del bene.
La politica fino a quando gli servi ti tiene in considerazione, quando non sei più di alcuna utilità ti butta e tira su un muro.
E' ora di cambiare questo sistema dove la persona non sta al centro.
I padri Costituenti avevano vissuto il dolore, la sofferenza degli anni del fascismo, della guerra e sapevano benissimo cosa significava non avere la libertà o non poter esprimere il proprio pensiero.
Dopo tanti anni abbiamo cominciato a dimenticare queste persone, veri modelli per chi vuole fare politica oggi perché ci insegnano che la persona va posta al centro con i suoi diritti e doveri. La gente è stanca di persone brave solo a parlare, burattini che hanno imparato la loro parte a memoria come una poesia.
Bisogna riformare la politica con strade di rinnovamento partendo sempre da un unico punto: l'uomo e tutto quello che lo circonda.
La politica, per chi sceglie di farla, deve chinarsi e non sentirsi seduto sopra un trono.